Gli insulti ai politici sui social
A volte alcuni utenti sui social si lasciano andare a veri e propri insulti ai politici convinti che in questo modo il loro messaggio assuma più forza. Non è così e a volte come vedremo in questo articolo può essere molto controproducente.
La surreale situazione di quarantena che ha fortemente limitato la libertà di circolazione dei cittadini ha reso tutti più arrabbiati del solito, complice l’incertezza sul futuro economico della nazione e le difficoltà di ripresa per imprese e famiglia. Moltissimi sono i post e i video sui social media di persone che proferiscono invettive e insulti contro i politici.
Ricordiamo che il delitto di diffamazione (ex art. 595 c.p III e IV comma c.p.) ovvero l’offesa alla reputazione di un soggetto non presente quando l’offesa è recata utilizzando internet è punita con la reclusione da 6 mesi a 3 anni o la multa non inferiore a 516,00 euro e, se diretta verso un corpo politico le pene sono aumentate. In più in caso di offesa a capi di stato o figure istituzionali si potrebbero avere sanzioni maggiorate.
Quindi se non volete essere querelati e trovarvi la polizia postale sotto casa FATE ATTENZIONE!
QUESTO SI’… QUESTO NO..
In ogni caso, esiste ancora il diritto di esprimere la propria opinione, diritto garantito dall’art. 21 della Costituzione.
Quindi:
– non solo punibili le offese dirette ad esprimere la propria opinione ed interpretazione su fatti, anche se sono usate espressioni colorite e accese. La critica non necessariamente deve essere obiettiva e può essere anche espressa in modo molto aspro;
– non sono punibili le offese che siano collegate all’attività politica del soggetto preso di mira (Tizio “sei un pezzo di m…” ) ma sono vietate quelle del tutto gratuite perché appunto non collegabili alla sua attività. Qualcuno si ricorderà del “Buffone!” pronunciato da un cittadino verso Silvio Berlusconi. In cassazione il cittadino è stato assolto in quanto l’espressione, diretta verso il suo operato politico, rientrava nel diritto di critica;
– non sono punibili gli insulti riferiti ad un reato la cui commissione viene accertata con sentenza passata in giudicato (ad esempio non è punibile dare del “ladro” ad un politico che sia già stato condannato per appropriazione indebita, stante la veridicità del fatto affermato).
Per chi è curioso, consigliamo la lettura della sentenza della Cassazione Penale, Sezione V, del 28 febbraio 2008 n. 9084 che ha stilato un elenco di “epiteti” che è possibile rivolgere ai politici senza incorrere in problemi giudiziari.
Conclusioni
Consigliamo quindi a tutti di esprimere le proprie ragioni magari aspramente e con forza ma mai veicolando insulti.